Dal Finacial Times 20.02.2011
Tre righe, solo tre righe per spiegare al mondo il fallimento totale dello stato italiano. Nessun uomo politico italiano da Berlusconi, a Bossi, da Casini, a Fini, da Dalema, a Bersani, da Fassino, a Di Pietro…….hanno fatto e/o faranno il “mea culpa” ma nemmeno nessun giornalista, a conferma che i contributi alla stampa funzionano, eccome se funzionano, mai si sognerebbe un’analisi così impietosa e atroce. Questo è il testo tradotto e originale:
C’è un paese europeo che ha molte caratteristiche del mondo arabo: un’economia sclerotica, una cultura investita dalla corruzione e dalla criminalità organizzata, un crescente scontro di generazioni. È controllata da una classe dirigente gerontocratica trincerata in politica e in affari ad esclusione della sua gioventù. I suoi migliori e più brillanti giovani vagano l’ Europa come migranti economici.
Financial Times, domenica 20 febbraio 2011, p. 24, la colonna di Lex
There is a European country that has many characteristics of the arab world: a sclerotic economy, a culture worn down by corruption and organized crime, a growing clash of generations. It is controlled by a gerontocratic ruling class entrenched in politics and business to the exclusion of its youth. Its best and brightest young people roam Europe as economic migrants.
Financial Times, Sunday February 20 2011, p. 24, The Lex Column
Il neo-comunismo di Sacconi
Berlusconi rimprovera continuamente la sinistra italiana di non aver saputo rinnovare la sua pelle comunista e continua a non accorgersi della pericolosa presenza di un neo-comunista, il ministro Sacconi, al suo fianco. E’ proprio vero che è più facile “notare la pagliuzza nell’occhio altrui senza notare la trave nel proprio occhio” (Luca 6,41-42; 6,45)
Il debito elettorale del ministro Sacconi nei confronti dei sindacati e delle associazioni datoriali nasconde un qualcosa di ben più grave: la violazione della libertà sindacale che , non solo è garantita dalla Costituzione italiana ma soprattutto dai patti Continua a leggere
La vertità
Risultati economici del 2010:
Migliora il Pil, ma vola il debito!
Il Ministro delle finanze:
«gli italiani e l’Italia stanno andando nella giusta direzione».
L’opposizione: «un paese fermo e che ancora non riesce a recuperare in termini di crescita e concorrenzialità».
Non serve a nulla sapere chi ha pronunciato queste frasi, sono le stesse che ci vengono riproposte anno dopo anno indipendentemente da chi è al Governo, da chi è il ministro delle finanze e da chi è all’opposizione.
L’unica cosa certa è che il debito è cresciuto ulteriormente raggiungendo un nuovo poco invidiabile record.
Nonostante tutto l’economia per quanto poco tira, procede lenta in avanti ma lo Stato non perde un colpo nel tirare sempre più indietro in retromarcia veloce.
Chi lavora e produce nonostante tutte le preoccupazioni e questo Stato, riesce ancora a fare utili ma tira la cinghia mentre chi vive di rendita parassitaria grazie alla ricchezza prodotta da altri, continua a spendere e spandere molto più di quanto potrebbe .
Un capofamiglia o il titolare di azienda non possono permettersi di spendere più di quanto riescano ad introitare e se, malauguratamente lo fanno, dopo poco si ritroverebbero assediati dai creditori .
Ai comuni mortali non è consentito spendere e spandere.
Questo Stato da tempo immemorabile consuma ben oltre le sue possibilità e nonostante tutto sono sempre gli stessi uomini politici, gli stessi partiti anche alternandosi,che continuano a guidarci e ad amministrare la cosa pubblica nel modo che è sotto gli occhi di tutti senza un benché minimo pudore.
Inamovibili dalle loro poltrone, inarrestabili nella loro azione distruttiva, insaziabili nella corsa agli adeguamenti di stipendio e insensibili ai lamenti del mondo produttivo che muore.
La verità è che questa mucca produce sempre meno latte e sta morendo per eccessivo sfruttamento, ma quando se ne renderanno conto sarà troppo tardi perché il mondo sarà già crollato loro addosso. (QD)
Contro la Camera di Commercio
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Calpestati i nostri diritti, la nostra dignità , il nostro lavoro
SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA CCIAA
NESSUNA CONDANNA PER LA CCIAA NEL NORD… A Treviso, Venezia, Udine, Pordenone, e anche a Milano, sono state avviate da LIFE azioni giudiziare contro la Camera di Commercio presso le sedi competenti, tutte con la medesima motivazione: ottenere il riconoscimento dell’illegittimità delle quote annue obbligatorie di iscrizione all’Ente.
In nessuno di questi procedimenti la Camera di Commercio ha subito condanne. … E DUE CONDANNE EFFETTIVE NEL SUD Tutto questo mentre a Foggia e Caltanissetta la Camera di Commercio è stata condannata a rifondere le quote. QUESTA NON E’ GIUSTIZIA! Si profila quindi una palese iniquità di giudizio da parte degli organi preposti. Per questa ragione dal 24 Maggio 2005 in Piazza Borsa a Treviso, alcuni imprenditori associati LIFE hanno tenuto un PRESIDIO AD OLTRANZA. Daniele Quaglia di Spresiano (TV), Yader Contini di Mestre e Danilo Biffis di Breda di Piave (TV) hanno iniziato uno sciopero della fame durato 9 giorni. PERCHE’ LO SCIOPERO DELLA FAME? LIFE ha voluto così sensibilizzare opinione pubblica e autorità sulla violazione dei diritti perpetrata dalle stesse istituzioni pubbliche locali e nazionali contro piccoli imprenditori e lavoratori autonomi, e il LIFE in quanto sindacato che li rappresenta.
Nella foto, da sinistra i soci Contini, Quaglia e Biffis presenti al presidio di Treviso
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