Il fisco che uccide
In questo video Luciano Dissegna spiega perchè in Italia il Fisco è assassino
L’Agenzia delle entrate manda in rovina l’Italia
Il funzionario pentito (Luciano Dissegna socio di LIFE Padova): “Spara accertamenti a caso, perde il 50% delle cause e uccide l’economia per ingrassare i tributaristi”.
di Stefano Lorenzetto da “Il Giornale” di Dom, 18/05/2014
Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle entrate, 304.000 euro di stipendio annuo, ha annunciato che entro fine mese andrà in pensione. Avrei qui pronto il sostituto (non d’imposta, bensì umano): Luciano Dissegna. Costo per i contribuenti: zero euro. Sì, lo farebbe gratis. Il curriculum è ragguardevole. Per 30 anni leale servitore dello Stato, che lo assunse per concorso nel 1977, Dissegna ha lavorato negli uffici del registro di Montebelluna e Borgo Valsugana, nell’ufficio Iva di Trento, nell’ufficio imposte dirette di Bassano del Grappa, all’ispettorato compartimentale imposte dirette di Venezia, all’ispettorato dell’Agenzia delle entrate di Trieste.
Infine è stato dirigente in Friuli Venezia Giulia e direttore a Thiene, Montebelluna e Schio della medesima agenzia.
C’è un solo problema: Dissegna si è dimesso nel 2009 per protesta, accettando Continua a leggere
La crisi finirà! Come?
Ma li avete visti bene, politici, pseudo politici e pseudo managers? Al di fuori dell’apparato Statale faticherebbero non poco a trovare un qualsiasi impiego sembrano, invece, uomini di successo ripresi dalle telecamere sorridenti e raggianti, vestiti e curati meglio dei manichini di una boutique e protetti da un cerchio di gorilla che li accompagna dappertutto, sin dentro all’auto, dopo aver servilmente aperto loro le portiere.
Hanno fare angelico, come portatori di buone novelle che arrivano da un mondo lontano, dove il male non esiste nemmeno come concetto astratto e Continua a leggere
Digiuno e Alpini
Cari amici,
vi invio i files aggiornati sulla situazione attuale della Fraja Veneta. statistiche digiunatori al 9 maggio
Vedete se potete coinvolgere un amico: un giorno di astensione dal cibo fa bene: alla causa Veneta, all’anima, al corpo.
Una piccola riflessione sull’intasamento dei tricolori da giovedì scorso su strade e autostrade.
Se avete avuto l’occasione di venire da Milano in autostrada, già da Giovedì 8/5, era tutto un flusso tricolore: auto, camion attrezzati, pullman, caravan, roulotte.
Tutti pieni di goderecci alpini bardati dei tre colori in tutti gli accessori.
Ne ho visti diversi gruppi anche Venerdì fare i turisti, con tanto di guide,in giro per Conegliano.
Oggi e domani impossibile recarsi verso Pordenone: 500.000 entusiasti veneti, lombardi, friulani, piemontesi, cioè gente di questo nostro Nord messo in ginocchio dall’Italia, sono lì a sventolare la bandiera causa della nostra rovina, di tanti suicidi.
Come è possibile?
Gli alpini sono brave persone, hanno il nostro comune denominatore: sono seri, lavoratori, sanno “fare”, e sanno anche essere goliardici quando la coscienza è a posto perchè hanno fatto il proprio dovere per tutta la settimana.
E però stanno lì allineati, col petto gonfio d’orgoglio, dietro al simbolo sbagliato: il tricolore.
Per tradizione, abitudine, cameratismo e forse anche un pò di paura di uscire dalle righe. Di essere “stonati” rispetto alla massa.
Mah!, credono ancora che Cadorna Luigi sia stato un grande generale e magari addirittura una brava persona.
Dobbiamo rispettarli e aspettare che il tempo galantuomo rimetta i tasselli della verità al loro posto.
Intanto: NON guardate la televisione oggi e domani e lunedì. NON osate avvicinarvi a Pordenone (raggio di sicurezza dall’epicentro tricolorato almeno 50 km).
Vi allego la lettera che ho scritto al Sindaco di Conegliano il 28 Marzo scorso a proposito del criminale macello noto con l’epitaffio di “Grande guerra”. lettera a sindaco su cadorna (2)
Viva San Marco
Fabio Padovan
FRAJA VENETA E BRIGATA SAN MARCO
FRAJA VENETA E BRIGATA SAN MARCO : servono nuovi staffettisti per il digiuno, anche se sono oltre 120 gli staffettisti http://www.life.it/fabio-padovan-satyagraha-veneto/ che si stanno alternando nel digiuno per i patrioti veneti, Faccia e Ferro, ancora detenuti prigionieri nelle carceri italiane. Lo sciopero della fame è una scuola per temprare disobbedienti che domani non indietreggeranno nemmeno davanti alla minaccia violenta del parassita italiota: disobbedienza civile, pacifica, contro l’arroganza e la disperazione di chi Continua a leggere
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