Banche e rientro
Le banche impongono i rientri e razionalizzano i rimborsi.
In questi ultimi 20 giorni hanno chiamato in LIFE diversi imprenditori per chiedere aiuto contro la banca che aveva chiesto il rientro immediato da fidi e affidamenti vari.
Per contro, qualcuno ha segnalato la difficoltà di prelevare contante dai depositi: si sono allungati i tempi di preavviso richiesti dalle banche e, per prelievi superiori a 2.400 euro, è obbligatoria una dichiarazione di intenti sul prelevato!
Sembrano due notizie del piffero ma nascondono una terza notizia, tragica, cioè l’assoluta necessità delle banche di reperire e trattenere contante, perchè le loro casse sono vuote!
Così chiamano i loro clienti, per ora quelli più esposti, per chiedere un rientro immediato e chi riceve la telefonata da parte della banca vede in un attimo il dissolversi del frutto del suo lavoro perché, oggi come oggi, è praticamente impossibile trovare altra banca disponibile ad aprire un credito.
E si sa bene, in questi casi, dove la banca va a parare: sulla casa, sulla fabbrica, sui terreni, su tutte le garanzie da tempo offerte e, se non sufficienti, anche sui beni di parenti ed amici che avevano avvallato il credito: questa azione allarma le altre banche e parte l’inevitabile reazione a catena.
E’ l’inizio della fine, e a nulla vale essere bravi amministratori e assegnatari di un rating positivo, la velocità con cui può variare il trend è impensabile e quella che porta al crack, impressionante.
Tutto nasce da un insieme di busilli giuridici sui quali è sorto il disegno criminale delle banche, tema ampiamente trattato dagli autori sotto citati.
Quando la banca ha aperto una linea di credito ad un cliente, solo in rarissimi casi ha consegnato materialmente denaro contante, quasi sempre ha offerto la possibilità di anticipazioni, sconti e Conti Correnti a debito attivandoli con un semplice click del computer.
Ma ora la banca, per rientrare da una concessione di credito virtuale chiede capitali liquidi ossia vuole quello che materialmente non ha mai dato; ha dato un click elettronico e vuole indietro soldi veri.
E’ un aspetto del signoraggio secondario, tema caro a Marco Della Luna, Luigi Marra e ad Eugenio Benetazzo che da anni stanno predicando, predicendo e presagendo quello che ora si sta per realizzare: il collasso del sistema provocato dalle banche divenute padrone assolute di tutti i beni.
Sembra che il credito originato dai vari tipi di signoraggio bancario, cioè la somma che le banche vantano a credito nei confronti di Stati e Società civile (per i quali è debito), sia pari a 5 volte la ricchezza esistente al mondo!
Impossibile uscirne se non rinnegando il debito, incarcerando i banchieri e stampando la moneta direttamente attraverso lo Stato, così come ha fatto l’Islanda alla quale si sta allineando l’Equador.
Però le esigenze di chi ha ricevuto la nefasta telefonata impongono cure immediate come un intervento di pronto soccorso all’ospedale.
Life può fare ciò e mette in contatto chi ha ricevuto l’ultimatum della banca con professionisti specialisti nel settore, offrendo due soluzioni alternative al problema.
1) Proporre una transazione alla Banca dopo averla portata a più miti consigli attraverso specifiche ed efficaci tecniche persuasive;
2) Denunciare direttamente la banca alle autorità giudiziarie per pretesa restituzione di un bene, il denaro, mai fisicamente prestato violando il disposto dell’art.1813 cpc in termine di “mutui” (Euroschiavi, Marco Della Luna pag.137).
La prima soluzione è impostata per raggiungere un accordo con la banca che ha sempre dimostrato, dopo l’intervento LIFE, la massima disponibilità; la seconda soluzione ha lo scopo di invalidare giudiziariamente la pretesa della banca di rientro da un presunto debito, ma la carente preparazione dei giudici italiani su questo argomento rende questa via, pur perfettamente legittima, alquanto impervia e può essere utile solo per chi non ha più nulla da perdere.
In conclusione, chi ha problemi di rientro con le banche, chiami in LIFE : troverà la soluzione alla sua emergenza.
Per chi invece, ha soldi in deposito, consigliamo di prelevarli dopo i dovuti preavvisi e le liberticide dichiarazioni di intento che avvalorano ulteriormente la nostra tesi di prelevare; chi ha BOT se ne liberi il più presto possibile; entrambi custodiscano personalmente il contante perché è cosa loro e deve essere nella loro piena disponibilità, di diritto e di fatto, non razionalizzato come purtroppo sta avvenendo.
Daniele Quaglia
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