In Italia il borseggio è istituzionale
I contratti di telefonia mobile da sempre sono soggetti ad una “Tassa di Concessione Governativa” su un qualcosa che da anni non è più una concessione.
Quando i telefoni portatili funzionavano tramite frequenze radio date in concessione dal Ministero delle telecomunicazioni , forse la tassa aveva un senso, ma ora il servizio è fornito da aziende telefoniche private alle quali lo Stato nulla concede loro e tantomeno concede agli utenti ma, misteriosamente, continua ad incassare la tassa di concessione.
Non dobbiamo scandalizzarci di tanto in un Paese, l’unico al mondo dove l’ “Una Tantum” che significa “per una volta” si trasforma sistematicamente in “Una semper” dallo scontato significato di “eterno”.
Paghiamo la “una semper” della guerra di Abissinia, dal 1935, sulla benzina che è il veicolo preferito per realizzare analoghe imprese di rapina tributaria da parte dello stato, così come continuiamo a pagare, sempre sulla benzina, tasse:
per la crisi di Suez dal 1956;
per il disastro del Vajont dal 1963;
per l’alluvione di Firenze dal 1966;
per il terremoto del Belice dal 1968;
per il terremoto del Friuli dal 1976;
per il terremoto dell’Irpinia dal 1980;
per la missione in Libano dal 1983;
per la missione in Bosnia dal 1996;
per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004.
Uno stato di accattoni specialisti nel borseggio con mano lesta che in qualunque momento e per qualsiasi presupposto emergenziale riescono ad infilare le mani nelle tasche dei cittadini per depredarli, dopo la grande rapina delle innumerevoli tasse, anche degli spiccioli rimastigli.
12,90 € al mese per ogni apparecchio cellulare; è quanto lo Stato sottrae alle aziende che possiedono telefonini con utenza in abbonamento mensile; lo fa tramite le aziende telefoniche indotte ad applicare la tassa al momento della fatturazione.
Lo fa in modo tipicamente italico e illecito, tanto che la Commissione Tributaria Provinciale di Foggia ha dichiarato la tassa di concessione governativa “non dovuta”disponendone il rimborso ad un utente assistito dall’associazione Uni.Cons di Foggia. http://it.finance.yahoo.com/notizie/tassa-di-concessione-governativa-sui-143948472.html
Cosa possiamo fare per fermare la rapina senza dover ricorrere all’avvocato?
In teoria dovrebbe essere sufficiente una raccomandata, con ricevuta di ritorno, inviata alla compagnia telefonica con la quale si intima la compagnia ad interrompere immediatamente l’applicazione dell’illegittima tassa di concessione governativa e si richiede il rimborso di quanto trattenuto indebitamente negli ultimi 5 anni.
In pratica però, potremmo ritrovarci per l’ennesima volta a combattere contro i mulini a vento: burocrati e funzionari che continueranno a fare i finti tonti per mantenere inalterate le condizioni prospettandoVi la necessità di ricorrere alla Commissione Tributaria, la qual cosa potrebbe non essere conveniente.
Comunque tentar non nuoce e, per non lasciare nulla di intentato , qui trovate il fac simile di lettera STOP T.C.G. da inviare alla compagnia telefonica: ha quantomeno lo scopo di interrompere i termini di prescrizione per il rimborso delle somme da Voi richieste e di marcare il termine per la disapplicazione della tassa.
Daniele Quaglia